Centro Raphael Roma

La malattia da Coronavirus 2019 (COVID-19) è una nuova malattia dovuta a infezione da parte di un virus che causa una grave sindrome respiratoria acuta (SARS)-Coronavirus (CoV)-2.

Diversi studi clinici hanno dimostrato che l’ipertensione arteriosa rappresenta un fattore aggravante la malattia da SARS-CoV-2, in quanto i pazienti ipertesi hanno una prognosi peggiore e tra i pazienti ipertesi maggiormente quelli non in terapia antipertensiva. La terapia antipertensiva va quindi assolutamente continuata ed eventualmente ottimizzata in tutti i pazienti COVID-19 o sospetti COVID-19 in quanto proteggere i pazienti dal rischio di gravi complicanze cardiovascolari.

A proposito della terapia farmacologica antipertensiva però vi sono state notizie allarmanti riguardo la presunta relazione tra assunzione di terapia con inibitori dell’enzima di conversione  dell’angiotensina (ACE inibitori),  o degli antagonisti del recettore per l’angiotensina II (sartani), e il rischio di infezione da coronavirus, per cui alcuni medici sono stati indotti a sospendere tali farmaci esponendo i pazienti a nuove terapie ancora da ottimizzare.

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha precisato che non esistono in merito evidenze scientifiche per supportare questa ipotesi.

Posizioni analoghe sono state assunte dalla Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa, dalla Società Italiana di Medicina Generale e delle cure Primarie, dalla Società europea di Cardiologia e dalla Società Italiana di Farmacologia.
Pertanto, in base alle conoscenze attuali, si ritiene opportuno raccomandare di non modificare la terapia in atto con anti-ipertensivi (qualunque sia la classe terapeutica) nei pazienti ipertesi ben controllati, in quanto esporre pazienti fragili a potenziali nuovi effetti collaterali o a un aumento di rischio di eventi avversi cardiovascolari non appare giustificato.

Dott.ssa Cristina Chimenti
Specialista in Cardiologia

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